Dopo lo straordinario successo della XIX edizione
SHORT THEATRE
annuncia la nuova direzione artistica per il prossimo triennio:
SILVIA BOTTIROLI, SILVIA CALDERONI,
ILENIA CALEO e MICHELE DI STEFANO
si avvicendano a Piersandra Di Matteo
per una guida plurale del festival internazionale di performing arts e creazione contemporanea
(Da sx: Ilenia Caleo, Silvia Calderoni, Michele Di Stefano, Silvia Bottiroli_foto di Claudia Pajewski )
(Piersandra Di Matteo_foto di Claudia Borgia)
5200 presenze, 78 operatori culturali e stampa, 89 appuntamenti tra spettacoli, live e dj set, installazioni, incontri e laboratori, 13 location, 39 tra artisti e compagnie.
Si è conclusa domenica 15 settembre la 19esima edizione di Short Theatre 2024 – Viscous Porosity, diretta da Piersandra Di Matteo che, per il prossimo triennio, lascia il testimone a una nuova configurazione curatoriale.
La città è stata protagonista per dieci giorni di un intreccio di spettacoli, performance, installazioni, live musicali e dj set, laboratori gratuiti, lecture, presentazioni editoriali che ha visto il tutto esaurito per la quasi totalità delle proposte artistiche. Short Theatre 2024 ha saputo offrire al pubblico, agli artisti, agli operatori culturali, nazionali e internazionali, un paesaggio vivido e vibrante, in cui generazioni artistiche diverse, con le loro differenti pratiche e visioni, hanno preso posto riverberando le une con le altre, allestendo un discorso poroso che è passato di corpo in corpo, ha trasformato lo stare e il fare esperienza, ridando forma e vitalità alla comunità.
Si chiude, pertanto, la direzione artistica di Piersandra Di Matteo, alla guida del festival dal 2021, il cui mandato è stato caratterizzato da un intenso e radicale lavoro su più linee tra loro intersecate: rigenerare il rapporto con la dimensione urbana, delineando una mappa inedita d’azione all’interno di un tessuto urbano complesso come quello di Roma, espandendo le interlocuzioni e gli intrecci con le comunità artistica e culturale locale, in chiave decoloniale e transfemminista; ampliare i rapporti internazionali e le alleanze con realtà attive in campi diversi, contribuendo ad amplificare ulteriormente la risonanza del festival nel panorama culturale; avviare una profonda riflessione nel campo dell’accessibilità dello spettacolo dal vivo, guardando alle disabilità come campo fecondo di sperimentazione estetica e ai linguaggi artistici come territori di trasformazione politica.
Il nuovo corso di Short Theatre sarà caratterizzato non da un semplice susseguirsi di nomi ma dal trasformarsi della stessa configurazione curatoriale. A seguito di una call pubblica lanciata da AREA06, l’associazione che realizza il festival dal 2006, nel prossimo triennio Short Theatre sceglie di guardare a una forma plurale per la definizione del proprio progetto artistico. Un passaggio di consegne informato dalla trasformazione ma anche dalla continuità di intenti e visioni con le direzioni precedenti, che punta a proseguire con nuovo slancio l’elaborazione di forme – culturali, artistiche, politiche – inedite che caratterizza Short Theatre fin dalla prima edizione. La cura del progetto artistico passa da Piersandra Di Matteo a una configurazione plurale composta da 4 artiste e curatrici, tra le figure più riconosciute nel panorama delle arti performative nazionali e internazionali: Silvia Bottiroli, Silvia Calderoni, Ilenia Caleo e Michele Di Stefano, che si aggiungono al gruppo di lavoro che guida la direzione del festival.
“Alla soglia delle sue 20 edizioni, Short Theatre è oggi una realtà affermata del panorama artistico nazionale e internazionale, capace di offrire alla città di Roma un’occasione unica di incontro con la più avanzata scena artistica contemporanea, in uno spazio e un tempo che rende possibile e sensibile la relazione tra la comunità, la città e i linguaggi della scena. Un festival dedicato alla sperimentazione e all’interazione con la contemporaneità, che negli anni ha costruito un modello di lavoro culturale collettivo e orizzontale, in cui la condivisione di una visione progettuale ha permesso di affinare strumenti e competenze, mettendo a sistema una dinamica virtuosa, grazie alla quale sono stati raggiunti risultati altrimenti impensabili per una realtà indipendente. Il mandato di Piersandra Di Matteo – a cui va tutta la nostra gratitudine, stima e entusiasmo per il percorso svolto insieme – ha permesso al festival di crescere e consolidare in modo netto la propria vocazione di catalizzatore di esperienze radicali e di qualità, tessendo legami profondi tra le scene artistiche estere e quelle nazionali, stratificando saperi e convergenze sul piano culturale e sociale della città e concependo la curatela come fare intrinsecamente collettivo, lavoro diffuso e puntuale di intese, dialoghi, condivisione di intuizioni, urgenze, desideri, opportunità. Se la complessità del presente sembra accelerare fino al limite dell’afasia, il futuro di una realtà che fa della trasformazione e del dialogo con il presente il proprio fulcro, non può che andare nella direzione di ulteriore salto, scegliendo di non delegare a un semplice avvicendarsi di nomi il proseguimento del proprio progetto, ma piuttosto nel riconoscere e dispiegare il valore di ciò che Short Theatre già esprime: la fiducia nelle pratiche artistiche a contatto con la realtà, nella condivisione, nella redistribuzione, la volontà di affidare alla cura reciproca, alla prossimità e alla creazione di comunità la chiave di volta del proprio percorso. La proposta collettiva di Bottiroli, Calderoni, Caleo, Di Stefano è quella che meglio ha saputo prefigurare un futuro, con la consapevolezza e la preparazione necessarie ad affrontare le sfide che una manifestazione come Short Theatre comporta, oltre che lo slancio e la forza vitale verso il domani che questo festival, e questa città, merita. Bottiroli, Calderoni, Caleo, Di Stefano sono le quattro figure che, ciascuna a partire dalla propria storia professionale e personale, meglio possono garantire a Short Theatre qualità e credibilità sul piano artistico, politico e progettuale, in un meccanismo di complementarità e reciprocità che mira a moltiplicare il potenziale raggiunto in questi anni” affermano AREA06 e il gruppo di lavoro del festival.
“L’edizione 2024 di Short Theatre è stata all’insegna della gioia, del ridere, dell’ascoltare, di gentilezze stratificate, di artisti e artiste capaci di leggere il contesto, di memorie connesse alle storie dei luoghi di questa città incredibile, eterna e fragile. Il suo attraversamento è stato forse il desiderio più affilato del triennio che volge al termine. Nutro un senso di gratitudine profonda per il collettivo con cui è stato possibile immaginarlo, per la direzione e la squadra tecnica, per tutte le istituzioni piccole e grandi con cui abbiamo composto tasselli, per le associazioni culturali e sociali con cui abbiamo agito di concerto, per i ragazzi e le ragazze che hanno collaborato con noi nella fase finale. Vorrei che questo saluto suonasse come una dichiarazione d’amore per questo spazio di proliferazione, che fa della sua indipendenza un campo aperto al cambiamento e all’ascolto del presente. Felice di passare il testimone a un collettivo che insieme al team di Short Theatre darà vita a una radicale sua nuova configurazione! Evviva!” dichiara Piersandra Di Matteo.
“C’è molta emozione nell’assumere la cura del progetto artistico di Short Theatre, un organismo collettivo al quale abbiamo desiderato proporre la nostra piccola moltitudine soprattutto come scelta di metodo: un’assunzione di rischio, un gesto militante e di espansione, un atto di fiducia nei processi curatoriali aperti e nelle pratiche di creazione e trasformazione dello spazio pubblico. Short Theatre è uno dei festival più rilevanti della scena performativa in Italia, un acceleratore di relazioni sociali e politiche, pratiche discorsive e forme artistiche profondamente trasformative; ed è di questa responsabilità che vogliamo continuare ad occuparci in un momento in cui in tantə ne sentiamo l’urgenza e in uno scenario globale di guerre, crisi e genocidi. Short Theatre è sempre stato il festival dove tutto ricomincia e si scatena per dare energia a ciò che viene: autunni, invenzioni e utopie dei corpi.” spiegano Bottiroli, Calderoni, Caleo, Di Stefano.
BIO
Silvia Bottiroli è curatrice e ricercatrice e interessata in particolare alle intersezioni tra performatività, pratiche istituzionali e pedagogie.
È stata direttrice artistica di DAS Theatre, master internazionale per pratiche artistiche e curatoriali ad Amsterdam (2018-2021) e del Festival di Santarcangelo (2012-2016). Ha curato il programma The May Events per il KunstenFestivalDesArts a Brussels e Vooruit (ora Viernulvier) a Ghent (2018) e il progetto FUORI! per Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale a Bologna (2022-2023). Ha co-curato diversi progetti artistici, discorsivi ed educativi, collaborando tra gli altri con West Kowloon Cultural District a Hong Kong, Homo Novus Festival a Riga e con diversi Corsi di Laurea e Master, tra i quali SNDO ad Amsterdam, il Corso di Laurea in Teatro e Arti Performative allo IUAV di Venezia, i Master PACS e MAP_PA a Roma e il CLEACC dell’Università Bocconi di Milano, dove dal 2011 insegna Metodo, Critica e Ricerca delle Discipline Artistiche / Teatro. Nel 2024 è uscito il suo ultimo libro, What Can Theatre Do, co-curato con Miguel A. Melgares e pubblicato da BRUNO, ed è entrata nell’artistic cohort di Rose Choreographic School a Londra, con il progetto di ricerca Ripetere, interrompere sospendere. Il ritmo come principio curatoriale (working title), anche vincitore di Italian Council 2024.
Michele Di Stefano è coreografo e fondatore del gruppo mk. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua attività (Premio Ubu 2019 e Premio Danza&Danza 2018 e 2020, Premio Speciale Ubu 2021) e commissioni coreografiche da Aterballetto, Korean National Contemporary Dance Company, Nuovo Balletto di Toscana e dal Ballet de Lorraine. E’ stato consulente della programmazione danza (GRANDI PIANURE 2018-22) del Teatro di Roma, co-curatore con Francesca Corona del progetto Giacimenta per Matera Capitale della Cultura 2019 e ideatore dei cicli di performance TROPICI (Angelo Mai Roma) e BUFFALO (Palazzo delle Esposizioni, MACRO Roma e Museo Nazionale Romano). Nel 2018 ha curato la sezione in esterni (Outdoor) del Festival BolzanoDanza.
Alla circuitazione degli spettacoli affianca una intensa attività di incontri, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali la Piattaforma della Danza Balinese al Festival di Santarcangelo (2014 e 2015), i progetti per la BiennaleDanza 2013-14-15, workshop di ricerca per la Scuola Paolo Grassi di Milano, l’Anghiari Dance Hub, l’ISIA diUrbino e per l’Università IUAV. E’ artista associato alla Triennale di Milano per il triennio 2022-24. Nel 2014 riceve il Leone d’argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia.
Silvia Calderoni è attrice e performer. Si forma artisticamente da giovanissima con la compagnia Teatro della Valdoca, di cui è stata interprete in diverse produzioni Dal 2006 è parte attiva della compagnia Motus, e prendendo parte come interprete e autrice a molti degli spettacoli, nazionali e internazionali. È protagonista di The Plot is the Revolution a fianco di Judith Malina, storica fondatrice del Living Theatre. Premio Ubu 2009 come miglior attrice under 30, compare in diverse pellicole cinematografiche e serie tra cui: La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli (2012), Romolus di Matteo Rovere e Non mi uccidere di Andrea De Sica (2021), Ouverture of Something that NeverEnded di Gus Van Sant e Alessandro Michele (2020), ecc. È stata artista associata d Queering Platform del Kowloon Cultural District di Hong Kong e consulente artistica di Sherocco Festival (Ostuni).
Ilenia Caleo è performer, attivista, ricercatrice. Dal 2000 lavora come attrice, performer e dramaturg nella scena contemporanea, collaborando con diverse compagnie e registe/i, e firmando diverse drammaturgie (Tutto brucia (2021), Frankenstein (a love story) (2023) di Motus e Exinction / les Phalènes (2022) del coreografo Alexandre Roccoli. Filosofa di formazione, si occupa di corporeità, epistemologie femministe, sperimentazioni nelle performing arts, nuove istituzioni e forme del lavoro culturale, pubblicando saggi e curando diverse raccolte. È ricercatrice all’Università IUAV di Venezia, dove insegna “Performance, studi di genere e della sessualità”, e co-fondatrice del Master Studi e Politiche di Genere dell’Università Roma Tre. Collabora con il gruppo di ricerca del progetto quinquennale “INCOMMON. In praise of community. Shared creativity in arts and politics in Italy (1959-1979)”, ERC Starting Grant.
Dopo il loro incontro nel 2012 al Teatro Valle Occupato, Calderoni/Caleo avviano un progetto comune tra residenze artistiche, atelier di ricerca e performance. Insieme hanno dato vita a diversi progetti, installazioni e lavori performativi – KISS (2019), SO IT IS (2020), thefutureisNOW? (2021), Pick Pocket Paradise (2022), The present is not enough (2023) – prodotti da festival, centri di produzione e piattaforme artistiche in Italia, Germania, Cina, Brasile, Corea del Sud. Nel 2023 sono artiste associate del Padiglione Italia della Biennale Architettura.