“Non ho mai sentito una voce più bella di quella di Mercedes, é stata la voce che mi ha fatto riconsiderare il significato del termine ‘cantare’; una voce colma di sonorità, un tesoro che spalanca l’anima”.Con queste parole Ginevra Di Marco annuncia l’uscita il 19 maggio del nuovo album “La Rubia canta la Negra”, su etichetta Funambulo/Luce Appare appassionato tributo a Mercedes Sosa, la più grande “cantora” di tutta l’America Latina.
Un disco che arriva a 6 anni di distanza da Canti, richiami d’amore e che segna il grande ritorno della “Rubia” (la bionda) Ginevra, una delle più autorevoli voci della world music e del nuovo folk italiano, premiata due volte con la prestigiosa Targa Tenco.
Un lavoro che prosegue il percorso di recupero e la rilettura dei canti popolari del mondo iniziato nel 2006 con Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre, e proseguito nel 2009 con Donna Ginevra.
Alcuni tra i brani più significativi del repertorio della “Negra”, come “Alfonsina y el mar”, “Razon de vivir” e “Todo cambia” (cantata in italiano su adattamento di Teresa de Sio), trovano nuova vita nell’interpretazione di Ginevra, che regala al suo pubblico anche tre pezzi inediti: “Saintes Maries de la mer”, primo singolo dell’album, “Fuoco a mare” e “Sulla corda”.
Mercedes Sosa, simbolo della lotta per la libertà del popolo argentino negli anni della dittatura, ancora oggi è una figura in grado di insegnare i valori del coraggio e della fiera resistenza alle oppressioni. Vittima di censura, arrestata e poi costretta all’esilio nel 1979, non smise mai di condannare ciò che avveniva nel suo paese, dove riuscì a rientrare alla vigilia del crollo della dittatura. “Esistono artisti ed esistono pupazzi che indossano la maschera della protesta per poi toglierla dietro le quinte. Mercedes Sosa ha scelto da che parte stare e ha pagato con la sofferenza dell’esilio questa coerenza feroce – afferma Ginevra – nonostante questo ha continuato a cantare sui palchi di tutto il mondo e il suo canto era un vento di speranza che sapeva arrivare ovunque. Quando cantava era una bandiera alzata, un timbro purissimo capace di trasmettere una straordinaria universalità, un amalgama perfetto di intimità e vita collettiva”.
“La Rubia canta la Negra” è stato prodotto e arrangiato da Ginevra con i compagni di sempre Andrea Salvadori (chitarre, mandolino ed elettronica) e Francesco Magnelli (pianoforte e magnellophoni) Una squadra da sempre attenta a non distogliere mai lo sguardo da lidi inesplorati per raccontare con curiosità e attenzione la ricchezza della cultura musicale del mondo.
Il disco è stato realizzato attraverso una campagna crowdfunding sulla piattaforma Becrowdy.com, una nuova possibilità per dare vita a progetti culturali coinvolgendo persone con gli strumenti di comunicazione della rete. Una filosofia di azione accolta a braccia aperte dal trio perché molto simile alla loro idea di diffusione della musica: lontano da compromessi, in un rapporto sempre più stretto con il pubblico.
L’album è nato grazie al Festival “Musica dei Popoli” di Firenze, che nel settembre dello scorso anno ha invitato la cantante a mettere in scena uno spettacolo interamente dedicato a Mercedes Sosa. L’esibizione si è avvalsa della collaborazione di un talentuoso gruppo di musicisti: i Forrò Miòr (Timoteo Grignani, percussioni; Nicholas Farruggia, chitarra e voce; Alberto Becucci, fisarmonica) e del percussionista Gabriele Pozzolini (Baro Drom). Un lavoro accurato da cui ha preso forma il disco e che è stato poi proseguito da Ginevra, Francesco e Andrea con uno studio sui brani scelti, riportando le canzoni ad una veste più minimale, per trio. Una cifra stilistica che accoglie e abbraccia nuovi universi musicali scegliendo poi, con netta convinzione, di restituirli in una visione assolutamente personale grazie anche all’utilizzo non convenzionale degli strumenti acustici.
Questa seconda fase ha visto la partecipazione di Luca Ragazzo e Marzio Del Testa, alla batteria (con Del Testa sono stati registrati anche due dei tre brani inediti).
SCHEDA DISCO
Sono tre gli inediti di LA RUBIA CANTA LA NEGRA. “Fuoco a mare”, con cui si apre il disco, è un brano malinconico chitarra e voce su testo dello scrittore fiorentino Marco Vichi, ispirato alla figura di Ginevra e al suo percorso artistico. “Sulla corda”, racconta per immagini la vita di un funambolo, è metafora della vita di tutti noi, in perenne ricerca di un equilibrio; un tango che si sviluppa secondo canoni tradizionali, impreziosito dal timbro caldo della cantante. “Saintes Maries de la Mer”, primo singolo dell’album, è una canzone mantrica e catartica dedicata alla festa gitana di Santa Sara, protettrice di tutti gli zingari e i nomadi del mondo: pochi accordi che esaltano l’arrangiamento con sonorità a contrasto.
Accanto ai tre inediti, tutti in italiano, dieci tra i brani più belli del repertorio della Negra, scritti da alcuni dei più importanti poeti e cantautori sudamericani. Liriche cariche di emozione, speranza e sofferenza, ma anche canti di lavoro, d’amore e canzoni da ballo che Ginevra interpreta con la sensibilità e la versatilità che la contraddistingue da sempre. Canzoni che parlano di terra e tradizioni, solitudini e perdite, silenzi e mancanze. Come il cavallo di battaglia di Mercedes “Luna tucumana”, struggente inno alla nostalgia e all’esilio; o “Razon de vivir”, altro grande standard pieno di pathos. Tre le più note anche, “Alfonsina y el mar”, dedicata alla poetessa Alfonsina Storni morta suicida in mare. Un brano in cui un’ispiratissima fisarmonica di Alberto Becucci incontra la chitarra di Andrea Salvadori per unirsi alla voce tragica e allo stesso tempo dolce di Ginevra in un abile gioco musicale in cui si rincorrono pause, silenzi e note.
“Todo Cambia”, canzone feticcio di Mercedes, è un commovente inno al cambiamento e alla filosofica accettazione del tempo che passa. Cantata in italiano su adattamento scritto da Teresa de Sio, è stata registrata come viene suonata dal vivo, con i suoni del coro mixati con quelli del pubblico. In “Te recuerdo Amanda”, canzone d’amore scritta da Victor Jara, il più celebre martire della dittatura cilena, l’arrangiamento minimale di pianoforte e chitarra, si intreccia alla perfezione con la delicata e profonda voce della cantante. Tracce malinconiche, cariche di dolore e sofferenza che si contrappongono a quelle più ritmate, come la milonga “El violín de Becho”, riarrangiata diversamente dall’originale, in cui un groove di batteria ossessivo si combina con basso, synth, piano elettrico, chitarra e fisarmonica, in un continuo gioco di contrasto fra ricerca sonora e suono tradizionale. Come il canto di lavoro dei raccoglitori di cotone “El cosechero”, canzone da ballo dal ritmo serrato, in cui è evidente la presenza dei Forrò Miòr e in cui zabumba, fisarmonica, batteria, guitalele crunch, chitarra, triangolo, organo e basso contribuiscono a creare un’atmosfera da canzone con aria da strada, tutta da ballare. O ancora “Juancito caminador”, brano con la sezione di ottoni in evidenza, sospeso tra tango e Kurt Weill, che racconta della morte di un saltimbanco. Una sorta di funerale nero ma al contempo gioioso e allegro dove l’interpretazione della voce, in contrasto con la musica, evoca un contesto quasi teatrale, da “Opera da tre soldi”.
L’arrangiamento più solare di tutto l’album, in cui torna evidente la presenza di tutti i musicisti, è quello di “Volver a los diecisiete”, un’invocazione alla purezza adolescenziale di Violeta Parra, gigantesca figura di artista a tutto tondo morta suicida per amore. Chiude il disco “Solo le pido a dios”, una ballata potentissima suonata in studio in presa diretta da tutti i musicisti. Un testo generazionale e un appello alla pace universale, in cui ancora una volta la voce di Ginevra dà prova della sua estensione e profondità.
BIOGRAFIA
Ginevra Di Marco (Firenze, 1970) esordisce come voce femminile dei C.S.I. (1993- 2001) prima e dei PGR poi (2001 – 2004). Nel 1999 il primo album solista Trama tenue le vale la Targa Tenco e il Premio Ciampi come miglior disco d’esordio. Nel 2005 esce Disincanto, nel 2006 Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre, un album nato dal progetto teatrale itinerante Stazioni Lunari ideato da Francesco Magnelli e che si compone di reinterpretazioni di canti popolari europei. Il disco segna l’inizio del sodalizio artistico in trio con Magnelli (compagno nei C.S.I. e al suo fianco fin dagli esordi solisti) e Andrea Salvadori. Il recupero e la rilettura della tradizione popolare diventeranno i temi chiave del lavoro di Ginevra: emblematico in tal senso è Donna Ginevra (2009), che le fa vincere nello stesso anno la Targa Tenco come miglior interpretazione, e il successivo Canti, richiami d’amore (2011).
Oltre ai numerosi impegni musicali, Ginevra Di Marco vanta altri prestigiosi progetti artistici: dal sodalizio teatrale con la concittadina Margerita Hack per lo spettacolo dedicato alla storia del 900 L’Anima della terra vista dalle Stelle a quello nato nel 2015 con lo scrittore Luis Sepúlveda per il reading poetico-musicale Poesia senza patria.
Il 19 maggio 2017 esce La Rubia Canta La Negra, omaggio alla cantora latinoamericana Mercedes Sosa.
TRACK LIST
1. Fuoco a mare – inedito
2. Luna Tucumana
3. Razón de vivir
4. El cosechero
5. Alfonsina y el mar
6. El violín de Becho
7. Sulla corda – inedito
8. Saintes Maries de la Mer (sogno gitano) – inedito
9. Te recuerdo Amanda
10. Juancito caminador
11. Volver a los diecisiete
12. Tutto cambia (Todo cambia)
13. Sólo le pido a Dios
– Balderrama (Bonus Track – solo nella versione dell’album in vinile)
CREDITS
Arrangiato e prodotto da Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli e Andrea Salvadori
Registrato da Andrea Salvadori al Funambulo Studio
Mixato e masterizzato da Lorenzo Tommasini al Macinarino Recording Studio
Produzione esecutiva Funambulo – Luce Appare
Realizzato con il sostegno di tutti i partecipanti alla campagna crowdfunding “La Rubia canta La Negra”
Ginevra Di Marco – voce, kazoo
Francesco Magnelli – pianoforte, magnellophoni, dx7 fisa, violini, ottoni
Andrea Salvadori – chitarre classiche e acustiche, mandolini, guitalele, tzouras, mandoloncello, armonica a bicchieri
Alberto Becucci (Forrò Mior) – fisarmonica
Nicolas Farruggia (Forrò Mior) – chitarra classica
Timoteo Grignani (Forrò Mior) – percussioni
Marzio Del Testa – batteria, percussioni
Gabriele Pozzolini – percussioni
Luca Ragazzo – batteria
Foto – Marco Olivotto
Grafica – Funambulo Studio