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IN MUSICA: DOMANI 2.09 LA POETICA GRAFFIANTE DI ERIK SATIE IN NUOVA CHIAVE CONTEMPORANEA AL MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VITERBO

Giungono al termine gli appuntamenti di “In Musica”, la rassegna di musica antica con qualche incursione nel contemporaneo curata da Cristina Farnetti per il Polo Museale del Lazio.

Una serie di concerti che hanno registrato il tutto esaurito e sono stati in grado di avvicinare una grande fetta di pubblico a una selezione accurata di grande musica eseguita da artisti di livello internazionale, riscoprendo al tempo stesso alcuni dei luoghi più belli del Polo Museale del Lazio. Una riuscita e apprezzata guida alla (ri)scoperta della Bellezza di spazi e musiche dal fascino senza tempo.

La programmazione si chiude dunque il 2 settembre a Viterbo nella suggestiva cornice della Rocca Albornoz, sede del Museo Nazionale Etrusco, con il secondo evento di contaminazione fra musica antica e musica contemporanea. Paolo Pandolfo, considerato il più grande gambista vivente dopo Jordi Savall, insieme al fratello Andrea Pandolfo e a Michelangelo Rinaldi si esibirà in “Kind of Satie”.

Nato dall’incontro con le graffianti e surreali indicazioni di espressione del compositore e pianista francese, che sono state raccolte e tradotte in italiano da Ornella Volta ne “I quaderni di un mammifero” (Adelphi 1980), il concerto si trasforma in un viaggio melodico ed emotivo nella densa e intrigante poetica di Erik Satie.

Pezzo emblematico e baricentro poetico del progetto è il brano “Impassibile Infiammato”: da esso, come nei centri concentrici prodotti da una goccia d’acqua, si diramano tutti gli altri brani.

La sensibilità dei tre musicisti italiani, che condividono un lungo percorso di ricerca e sperimentazione sonora, si declina così in una performance composta da brani originali, musica (e parole) di Satie, libera improvvisazione e brevi incursioni nel repertorio barocco per viola da gamba di Marin Marais. 

“Kinf of Satie” vuole riuscire a connettere passato e futuro, per consentire al patrimonio costituito dalla musica antica di essere fonte d’ispirazione per il futuro della musica classica.

Commissionato dal Teatro Miela di Trieste, il concerto spettacolo ha esordito nel maggio 2015 e dopo numerose riprese ha dato luogo ad un CD in uscita a breve per Glossa Music.

La Rocca Albornoz, sede del Museo Nazionale Etrusco di Viterbo, fu edificata nel 1354 dal Cardinale Gil Alvarez Carrillo de Albornoz. Dopo una serie di distruzioni e ristrutturazioni, Giulio II nel 1506 commissionò al Bramante il cortile e la fontana centrale.

In Musica” è inserita all’interno delle attività di Artcity Estate 2017, iniziativa culturale di ampio respiro voluta dal Direttore del Polo Museale del Lazio, Edith Gabrielli, e offre al pubblico di Roma e del territorio laziale, e ai tanti turisti in visita nel nostro Paese, nove concerti imperdibili per l’altissimo livello degli artisti invitati, per la scelta inusuale dei programmi proposti e per l’opportunità di riscoprire alcuni siti e musei di inestimabile valore storico-artistico gestiti dal Polo.

Paolo Pandolfo inizia i suoi studi musicali con il contrabbasso e la chitarra, diventando un abile esecutore di musica jazz e popular music. Nella seconda parte degli anni settanta studia viola da gamba al Conservatorio Santa Cecilia. Nel 1979 partecipa alla fondazione dell’ensemble di musica antica “Stravaganza”, e nel 1981 si trasferisce a Basilea, in Svizzera dove studia presso Jordi Savall alla Schola Cantorum Basiliensis. Dal 1982 al 1990 Pandolfo fa parte dei gruppi di musica antica di Jordi Savall Hespèrion XX e Hespèrion XXI. Dal 1989, lavora come professore di viola da gamba alla Schola Cantorum Basiliensis – una cattedra precedentemente presieduta da August Wenzinger e Jordi Savall. Dirige dal 1992 l’ensemble Labyrinto, con cui anche suona. Negli anni Ottanta Pandolfo ha inciso dischi principalmente con le ensemble di Jordi Savall. Nel 1990 registra come solista il suo primo CD “C. P. E. Bach: Sonatas for Viola da Gamba” (Tactus). Ha poi registrato una trascrizione delle suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach; è fra gli studiosi che ritengono che queste suites, benché scritte per il violoncello, furono concepite nello stile polifonico proprio della viola da gamba e che suonarle con quello strumento sia un modo di reclamare questa tradizione.

Andrea Pandolfo si è diplomato in tromba nel 1993 al conservatorio Morlacchi di Perugia con Massimo Bartoletti. Negli anni ‘92-‘93 si è perfezionato con Gabriele Cassone in tromba barocca nei corsi internazionali di Urbino e negli anni ’95-‘96 ha frequentato i corsi di alto perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia tenuti dal trombettista Mark Bennett. Negli stessi anni comincia a praticare il jazz suonando prima con la Big Band della SPMT, e in seguito nelle formazioni dei maestri Marco Tiso (Big Band Donna Olimpia), Bruno Tommaso, Roberto Spadoni (MJ Urchestra). Insegna tromba privatamente e ha insegnato a Roma nella scuola di Musica CentroOttava e oggi a Trieste (dove vive) nella Scuola di Musica 55. Nel Giugno 2014 vince il bando per Strumentisti jazz del conservatorio Tartini di Trieste. Da allora collabora con la Big Tartini Band, diretta da Klaus Gesing. Attualmente all’attività di strumentista affianca anche quella di autore per progetti musicali, per il teatro, il cinema e la televisione.

Michelangelo Rinaldi nasce a Modena, studia pianoforte con Luciano Maraviglia e con Rossana Bottai diplomandosi nel 1994 con il massimo dei voti e la lode presso l’Istituto Musicale Boccherini di Lucca. Nel 2008 si diploma, col massimo dei voti e la lode, in improvvisazione libera presso il Conservatorio superiore di Basilea. Da diversi anni si dedica all’esecuzione del repertorio di musica popolare ed etnica. Fa parte di due formazioni di questo tipo: “Arcoiris” di Pistoia ed “Ensemble Estovèst” di Roma, con le quali ha suonato in sale da concerto, in festival di artisti da strada o semplicemente per le strade d’Italia, Francia, Germania, Svizzera, Slovenia e Croazia. Questa passione lo ha spinto ad approfondire l’esecuzione su strumenti popolari (bombarde, flauti, fisarmonica, didgeridoo, percussioni), esperienza che lo ha portato ad usare questi strumenti anche nell’ambito della musica contemporanea “classica” della musica antica.