Giovanni Truppi
TUTTO L’UNIVERSO
L’antologia
in uscita il 4 febbraio per Virgin Records/Universal Music Italia
Cover TUTTO L’UNIVERSO. Foto di Mattia Zoppellaro, artwork di Valerio Bulla
Giovanni Truppi – foto di Mattia Zoppellaro
“Sono rari i musicisti capaci di passare
dall’infinitamente intimo all’immensamente cosmico:
(…) Truppi è uno di questi”.
Le Monde
“Quelle di Truppi sono variazioni narrative e ragionamenti,
spesso paradossali, che avanzano attraverso la sorpresa, la scoperta.
Quale scoperta? Che le cose sono diverse da come appaiono,
e un poco più sottili”.
Edoardo Albinati
Esce il 4 febbraio in CD e su tutte le piattaforme digitali per Virgin Records/Universal Music Italia TUTTO L’UNIVERSO, un’antologia che racchiude l’essenza artistica di Giovanni Truppi e dei suoi dieci anni di musica.
Se quello che Giovanni Truppi ama fare è “immortalare attimi facendone canzoni”, TUTTO L’UNIVERSO è un disco che si può leggere – o guardare – come una serie di fotografie che insieme tratteggiano a contorni netti il profilo del loro autore.
Scelte tra le più rappresentative tra quelle pubblicate nell’arco di un decennio nei quattro album di inediti, le quattordici canzoni contenute in TUTTO L’UNIVERSO affiancano e quasi circondano musicalmente “Tuo padre, mia madre, Lucia”, il brano presentato dal cantautore napoletano al 72esimo Festival della Canzone Italiana.
Scritta con la complicità dei suoi due più fidati partner musicali – Marco Buccelli e Giovanni Pallotti – insieme a due firme d’eccezione della canzone italiana, Gino De Crescenzo “Pacifico” e Niccolò Contessa (deus ex-machina della band rivelazione indie I Cani), “Tuo padre, mia madre, Lucia” è il brano iniziale dell’album e al tempo stesso il suo ideale finale, facendo da apripista per un futuro album di inediti.
E se il brano che apre il disco è l’ultimo in ordine cronologico, a chiuderlo non può che esserci “Scomparire”, l’unico estratto dall’album d’esordio del 2010, “C’è un me dentro di me” (2010, CinicoDisincanto), in assoluto il suo lavoro più esposto in quanto a emotività e “classico” dal punto di vista della scrittura.
Tra questi due estremi viaggiano altre tredici canzoni che, intrecciandosi tra loro, restituiscono il senso del tempo e del percorso artistico in costante ricerca ed evoluzione svolto in oltre un decennio da Giovanni Truppi.
Un viaggio musicale vario, capace di attingere da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore, unendoli a un’inventiva metrica che nel canto spesso comprime e allunga le sillabe per meglio disporle tra le maglie dell’armonia.
Il percorso straordinario – in quanto fuori dall’ordinario – di uno dei più autentici parolieri del nostro tempo, oltre che eccellente musicista e carismatico performer.
Un artista capace di tratteggiare un universo imperfetto in cui specchiarsi tra le insicurezze e le debolezze di ognuno di noi e in cui scoprire sfaccettature di umanità tanto nascoste quanto comuni a tutti. Un universo profondamente onesto, in grado di scavare a fondo tra i sentimenti, anche quelli più dolorosi, per poi risollevarsi abilmente tra ironia e idealismo, con una dose di irriverenza incapace di lasciare indifferente l’ascoltatore.
Tra vicende autobiografiche ed analisi filosofiche e sociali, le parole delle sue canzoni non temono argomento, spiazzano, sorprendono. Affrontano frontalmente l’alto e il basso, la poesia e la politica, l’amore e il sesso, Dio e gli uomini.
Quattro sono gli estratti dal secondo album di Truppi “Il mondo è come te lo metti in testa” (2013, I Miracoli – Jaba Jaba Music): la title-track “Il mondo è come te lo metti in testa”, “Nessuno”, “Amici nello spazio” e “La domenica”. Gli argomenti autobiografici affiorano da un disco quasi punk, registrato interamente dal vivo da Giovanni e Marco Buccelli (produttore storico dei dischi di Truppi) con una strumentazione essenziale: chitarra, batteria, pianoforte. Il linguaggio e le tematiche si evolvono e tutto si fa più vivido e originale, quasi ad aprire la strada a un ulteriore passaggio di livello.
Passaggio che arriva con le canzoni del terzo album, più eterogeneo del precedente in quanto a produzione e a scrittura, ma in grado di portarne avanti le caratteristiche migliori. Si tratta dell’iconico “GIOVANNI TRUPPI” (2015, Woodworm), trainato da canzoni come “Superman”, “Tutto l’universo”, “Pirati” e l’iniziale “Stai andando bene Giovanni”, già dal titolo uno tra i migliori esempi del genio di Truppi in azione.
“L’unica oltre l’amore“, “Borghesia” e “Conoscersi in una situazione di difficoltà” mettono bene in luce l’ulteriore cambio di passo affrontato dall’album “Poesia e civilità” (2019, Universal), indicato dalla stampa e dai media come uno dei dischi italiani dell’anno (il quotidiano francese “Le Monde” ne celebra musica e qualità artistiche anche Oltralpe).
Un disco nato da un lungo lavoro di scrittura e limatura, che mette da parte la spregiudicatezza formale in favore di una scrittura più “composta”, slegata dall’urgenza di stravolgere i canoni della canzone e focalizzata sul confronto con l’idea di “classico”. Anche il punto di vista cambia radicalmente, l’autobiografia cede il passo alla testimonianza, l’oggetto della narrazione non è più il proprio vissuto e si allarga al racconto del mondo esterno.
L’album contiene anche un’altra delle canzoni d’amore più riuscite della discografia di Truppi, “Mia”, che in questa raccolta viene però proposta nella versione – arricchita dalla presenza di Calcutta – pubblicata sull’EP “5” (2020, Universal), dove è presente anche l’altro duetto contenuto in TUTTO L’UNIVERSO, “Procreare”, cantato insieme a Brunori Sas.
TUTTO L’UNIVERSO è una riuscita foto di viaggio di Giovanni Truppi e del suo mondo (perché È un mondo, quello che si è messo in testa), un mondo da cui lasciarsi attrarre e conquistare perché figlio di un viatico coraggioso e intraprendente. Ognuna di queste canzoni ha una propria traiettoria e contemporaneamente, come uno dei raggi dello stesso cerchio, porta verso le altre. Sono emozioni, stati d’animo, riflessioni e racconti vissuti e trascritti in bella copia.
“Viscere sul tavolo”, diceva Andrea Pazienza. “Stai andando bene Giovanni”, possiamo dire noi.
TRACKLIST
1. Tuo Padre, Mia Madre, Lucia
2. L’Unica Oltre L’Amore
3. Superman
4. Mia feat. Calcutta
5. Nessuno
6. Conoscersi In Una Situazione Di Difficoltà
7. Tutto L’universo
8. Pirati
9. Borghesia
10. La Domenica
11. Stai Andando Bene Giovanni
12. Amici Nello Spazio
13. Il Mondo È Come Te Lo Metti In Testa
14. Procreare feat. Brunori Sas
15. Scomparire
BIO
È ancora possibile associare qualcosa di nuovo alla parola cantautore?
La presenza di Giovanni Truppi all’imminente Festival di Sanremo ci dice di sì.
La scelta di includere tra i concorrenti “l’erede di quella scuola meravigliosa di cantautori che ci appartiene“, come lo ha felicemente definito il direttore artistico Amadeus, arriva a premiare il percorso di un artista che in poco più di un decennio e in cinque dischi ha saputo creare una cifra stilistica inconfondibile: una scrittura musicale varia, capace di attingere in egual misura da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore, unendoli a un’inventiva metrica e melodica che comprime o allunga le sillabe per meglio disporle tra le maglie dell’armonia.
Alla scrittura si affiancano poi l’abilità del Giovanni Truppi musicista, che si tratti di suonare pianoforte o chitarra, la fisicità del performer, costruita in centinaia di concerti, e il piglio interpretativo sempre proteso in avanti, pronto a portare lontano l’ascoltatore.
Le parole delle sue canzoni non temono argomento, spiazzano, sorprendono. Affrontano frontalmente l’alto e il basso, la poesia e la politica, l’amore e il sesso, Dio e gli uomini. È uno dei più autentici parolieri del nostro tempo e affianca vicende autobiografiche ad analisi filosofiche e sociali con lo stesso slancio e lo stesso spirito di verità, in nome del racconto.
“In altri tempi, a proposito di un avvenimento significativo, si diceva ‘questo tocca ponerlo in canzone’. Ecco, in questo senso, io mi sento così: mi piace cercare di immortalare quello che mi sembra importante e trasformarlo in una canzone, e fare di questa attività una ricerca artistica”.
Lo dimostra molto bene proprio “Tuo padre, mia madre, Lucia“, la canzone che presenta al 72esimo Festival della Canzone Italiana. Apparentemente classica nell’impostazione e allo stesso tempo ardita e originale per metriche e struttura e per la melodia che sembra ogni volta rimanere sospesa in aria. È un brano che mette in mostra “l’anima grande di Giovanni Truppi”, per dirla con le parole di Diodato, vincitore di Sanremo 2020 e suo grande estimatore.
Un piccolo salto indietro nel tempo, ora.
Giovanni Truppi (Napoli 1981) si forma musicalmente al pianoforte, strumento al quale però preferisce, sul palco, la chitarra. Cresce con un forte amore per la letteratura, ma prevale presto in lui la voglia di scrivere canzoni e di farsi conoscere e apprezzare come musicista e interprete. Il trasferimento a Roma è fondamentale per iniziare a testare le prime composizioni davanti a un pubblico e per la realizzazione del disco d’esordio, “C’è un me dentro di me” (2010, CinicoDisincanto), prodotto artisticamente da Giovanni stesso e sintesi degli anni di apprendistato alla scrittura.
Nel 2013 arriva “Il mondo è come te lo metti in testa” (I Miracoli – Jaba Jaba Music), registrato interamente dal vivo da Giovanni Truppi e Marco Buccelli (batterista e produttore storico di Giovanni) e portato in giro dai due in un lungo tour dello stivale. È qui che Giovanni inizia a farsi conoscere e a riscuotere consensi e attenzione: la sua fisicità è carismatica, la sua carica regala una dimensione intima ed energica che letteralmente accende il pubblico.
L’apice di questa prima fase artistica arriva in occasione del terzo album, “GIOVANNI TRUPPI” (2015, Woodworm) – all’interno del quale collabora anche con lo scrittore Antonio Moresco per la scrittura della canzone “Lettera a Papa Francesco I” – e del tour con cui viene presentato in pubblico. Segue una fortunata serie di concerti piano e voce per i quali smonta interamente un pianoforte acustico per segarlo e ricostruirlo in una dimensione più ridotta, dotarlo di pick-up, e renderlo collegabile all’amplificatore come una chitarra elettrica. I live in solo piano confermano la sua forza, seguiti con entusiasmo da un pubblico ancora crescente.
Dall’esperienza del tour nasce “Solopiano” (2017, Woodworm), disco che mostra le canzoni contenute nei tre album precedenti in una nuova veste: scarna, ma non per questo meno potente.
Nel 2017 firma la prima canzone per un film: si tratta di “Amori che non sanno stare al mondo”, per la pellicola omonima diretta da Cristina Comencini, per cui verrà candidato nel 2018 ai Nastri d’argento per la migliore canzone originale. L’anno precedente la compagnia teatrale Deflorian/Tagliarini ha incentrato il plot narrativo del proprio spettacolo “Il cielo non è un fondale” (2016) sulla sua canzone “La domenica”.
“Poesia e civilità” (2019, Universal) è il disco frutto di un lavoro lungo e consapevole, la cui pubblicazione, oltre a coincidere con il passaggio ad una major discografica, gli permette di ricevere il premio PIMI come miglior artista indipendente dell’anno dal MEI “per la sua capacità di rinnovare la canzone d’autore”. L’album viene indicato dalla stampa e dai media come uno dei dischi italiani dell’anno, mentre il quotidiano francese “Le Monde” ne celebra musica e qualità artistiche anche Oltralpe.
A breve distanza segue un progetto decisamente originale: si tratta dell’EP “5” (2020, Universal), prodotto da Giovanni Pallotti, che contiene tre brani di “Poesia e civiltà” riletti con la complicità di altrettanti ospiti (Calcutta per “Mia”, Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista per “Due segreti” e Niccolò Fabi per “Conoscersi in una situazione di difficoltà”), più due inediti: “Procreare”, registrata con Brunori Sas, e “Il tuo numero di telefono”, che esegue il solo Giovanni. L’EP è concepito in sinergia con un libro a fumetti dal titolo “Cinque” (Coconino Press 2020) che contiene una rilettura degli stessi brani a cura di Fulvio Risuleo e Antonio Pronostico, Pietro Scarnera, Cristina Portolano, Mara Cerri, Zuzu.
Il 2021 vede invece l’uscita del primo libro di Giovanni Truppi intitolato “L’avventura” (La Nave di Teseo) e accompagnato dalla pubblicazione di una nuova canzone che ne porta lo stesso titolo. Il libro, diario di più di un mese di viaggio, è una fotografia dell’Italia colta durante l’estate del 2020, ritratta percorrendone il perimetro costiero dal confine con la Francia a quello con la Slovenia (passando da Calabria e Puglia) e mette in mostra un’ulteriore sfaccettatura del talento del musicista napoletano.
Il periodo di forzata lontananza dal palco coincide con l’inizio di una nuova fase di scrittura musicale, per la quale Giovanni cerca un contatto con due autori stimati da tempo, Gino De Crescenzo “Pacifico” e Niccolò Contessa, già titolare del progetto I Cani. Con loro e con i suoi fidati collaboratori Marco Buccelli e Giovanni Pallotti inizia a scambiarsi una serie di idee, tra cui un brano che in poco tempo giunge a compimento: si tratta di “Tuo padre, mia madre, Lucia”. La canzone, prodotta da Marco Buccelli e Taketo Gohara con la collaborazione di Stefano Nanni a cui è affidata la scrittura degli archi, viene selezionata dalla direzione artistica del 72esimo Festival di Sanremo e vale a Giovanni la partecipazione al Festival.
“Tuo padre, mia madre, Lucia” verrà accompagnata, a febbraio 2022, dalla pubblicazione di una raccolta intitolata “Tutto l’universo” (Universal), un ritratto d’artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera di Giovanni Truppi.
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