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FUSAIFUSA: esce oggi LAMANA, primo singolo della band curdo-tunisina, fra ritmi ossessivi e incursioni elettroniche

Artisti alzatevi!
Siete la voce del popolo, lamana è nelle vostre mani,
lamana è la vostra responsabilità.

FUSAIFUSA

LAMANAè il singolo d’esordio,
in uscita il 25 gennaio per Locomotiv Records

ASCOLTA IL BRANO
https://orcd.co/fusaifusa_lamana

(FusaiFusa_Lamana_artwork)

Ritmi ossessivi, incursioni elettroniche, suadenti melodie. Il suono di un mondo futuro che nasce da culture antichissime.

Esce il 25 gennaio Lamana, il primo singolo dei FusaiFusa, travolgente ensemble musicale che si muove all’incrocio fra sonorità mediorientali e afro-beat, ritmi maghrebini ed elettronica, sufismo e cultura tradizionale sub-sahariana. Il brano esce per Locomotiv Records ed è il primo estratto che anticipa il debut album previsto a marzo 2024.

FusaiFusa nascono nell’alveo della frizzante scena animata dal Locomotiv Club di Bologna, grazie all’incontro fra tre artisti talentuosi, espressione di alcune delle culture più antiche e affascinanti dell’area mediterranea: il compositore e polistrumentista curdo-siriano Ashti Abdo, il percussionista e producer elettronico tunisino Taha Ennouri e il cantante e autore di musica Sufi, anch’egli tunisino, Ali Belazi. Il nome della band deriva da un termine arabo che rimanda al concetto di mosaico, a rimarcare l’attitudine condivisa a creare ponti fra suoni diversi e battiti eterogenei, a riunire molteplici sensibilità in una visione della musica (e della vita) improntata all’armonia fra le parti e alla connessione con il tutto. Un antidoto al veleno dello schematismo e delle contrapposizioni che segnano drammaticamente il nostro presente e minacciano il nostro domani. 

Parola araba intraducibile che descrive la forza profonda di affidare qualcosa di inestimabile a qualcuno, evocando i concetti di cura e di fiducia, Lamana è così il titolo di una canzone-manifesto che sottolinea il ruolo e la responsabilità degli artisti come espressione della “voce collettiva”“Artisti alzatevi! Siete la voce del popolo, lamana è nelle vostre mani, lamana è la vostra responsabilità” recita il testo di questo brano carico di simbolismo che affida alle percussioni e ai qraqeb il compito di incarnare il rumore delle catene ai piedi degli schiavi, esplodendo in un vero e proprio rituale di liberazioneMistico e politico al tempo stesso. Perché abbandonarsi alla vertigine ipnotica di questa furiosa cerimonia sonora vuol dire accedere a una dimensione superiore, in cui la consapevolezza di sé e della propria Storia, che si tratti di un singolo individuo o di un popolo intero, è la condizione necessaria a ogni forma di emancipazione.

Credits

Ali Belazi vocals, percussions
Ashti Abdo vocals, saz (tembûr), percussions, marranzano, woodwinds
Taha Ennouri drums, percussions, electronics

guests

Abdallah Ajerrar guembri, vocals
Gianluca Sia synths, soprano saxophone
Jalal Nader saz
Mosaab Hamad vocals

Bio

Ashti Abdo è un cantante, polistrumentista e compositore curdo, nato ad Aleppo e cresciuto ad Afrin. La sua passione per la musica nasce durante l’infanzia trascorsa tra le colline del suo villaggio, immergendosi nelle storie e canzoni degli anziani e nei suoni della natura. Da bambino, ha appreso a cantare ninne nanne tradizionali a sua sorella e a suonare lo strumento tipico curdo, il tembûr (saz), con suo fratello. Dopo essersi trasferito in Italia da adolescente, Ashti ha continuato a suonare il tembûr in modo autodidatta e ha iniziato a esibirsi come artista solista. Nel 2012 si è unito all’ensemble Domo Emigrantes, portando nel gruppo suoni e texture tipiche del Medio Oriente. Questo incontro lo avvicinò ai ritmi tipici del Sud Italia e all’uso di strumenti come il marranzano e i tamburi a cornice. Dal 2014 suona saz, mandolino e percussioni nell’ensemble Piccola Banda Rebelde canta De André. Nel 2015 Ashti ha collaborato con Angelo Petraglia e Francesco Forzani per creare Beja: “la musica, il racconto, la guerra”, un progetto di improvvisazione musicale basato su una personale interpretazione dell’esperienza di guerra. Nel 2018 ha vinto il premio DoReMiFaSud, una competizione che promuove l’integrazione e il dialogo tra diverse culture musicali. Ospite solista al Teatro Massimo di Palermo in occasione del Concerto di Capodanno del 2020, accompagnato dall’Orchestra del Teatro Massimo diretta dal maestro Omer Meir Wellber e dal coro diretto da Ciro Visco. Tra i progetti più recenti, il trio con Manuel Buda e Fabio Marconi con cui ha pubblicato gli album Karsilama e Oltremura, e il gruppo FusaiFusa, ai quali affianca parallelamente la sua attività solista.

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Musicista, batterista/percussionista e compositore di musica elettronica, Taha Ennouri è stato attivo nella scena musicale alternativa tunisina. Fin da giovane, ha preso parte a diversi progetti musicali che abbracciano una vasta gamma di generi, dalla sperimentazione al rock, dal reggae alla musica nord-africana, fino all’electro-dub. Tra i suoi progetti più significativi figurano TrigChabbouba Stambeli UrbainHiya wal Aalam e Gultrah Sound System, ognuno dei quali ha contribuito a plasmare la ricca tessitura musicale dell’artista. Il suo approccio alla musica è intriso di un profondo interesse per la diversità delle culture globali e le loro molteplici espressioni musicali, cercando di tradurre queste influenze in un linguaggio sonoro unico e personale. Abbracciando la sperimentazione e l’eclettismo, Taha Ennouri continua a estendere la sua ricerca nel mondo del suono e delle percussioni, sia in solo, con il suo moniker ArkTah’, sia in gruppo, con il progetto FusaiFusa.

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Ali Belazi è un percussionista, paroliere in arabo e cantante di origini tunisine. Si avvicina alla musica in giovane età, immergendosi negli ambienti legati alla tradizione musicale Sufi, alla musica popolare e folkloristica. In seguito, ha dato vita a progetti musicali come Yamam Strava, che lo hanno visto cimentarsi con diversi stili e generi. La sua collaborazione pluriennale con Mizrap Band ha ulteriormente arricchito il suo bagaglio musicale e consolidato la sua reputazione come musicista eclettico e estroso. Dopo il suo arrivo in Italia, Ali Belazi ha deciso di portare avanti il suo percorso musicale, cercando di unire culture e tradizioni diverse attraverso progetti in cui la dimensione dell’incontro è preminente: la profonda comprensione della musica Sufi e delle radici musicali tunisine si riflettono nella sua missione di creare un ponte musicale tra mondi culturali apparentemente lontani.