OPENING WEEK
9 – 10 Settembre
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Cavea
Prima nazionale / Coproduzione REF
Con il sostegno di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels
Rachid Ouramdane / Ballet du Grand Théâtre de Genève
Con l’highliner e funambolo moderno Nathan Paulin e altri sportivi estremi
Musiche di Julius Eastman
Outsider
Ballet du Grand Théâtre de Genève, foto ©Gregory_Batardon
La settimana inaugurale della trentanovesima edizione del Romaeuropa Festival diretto da Fabrizio Grifasi, prosegue lunedì 9 e martedì 10 settembre nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone con Outsider, nuova visionaria creazione del coreografo Rachid Ouramdane commissionata dal Ballet du Grand Théâtre de Genève, coprodotta dal REF e presentata in prima nazionale nell’ambito del percorso realizzato con Dance Reflections by Van Cleef & Arpels.
Dopo l’ipnotico “Möbius” – presentato da Romaeuropa nel 2021 – l’artista francese di origini algerine torna ad assecondare la sua sensibilità per la danza aerea e costruisce la sua nuova pièce portando in scena ventuno danzatori del celebre Balletto – dal 2022 diretto da Sidi Larbi Cherkaoui – e quattro funamboli per continuare a lavorare sulle potenzialità del corpo e della collettività, sulla possibilità di ribaltare le leggi della gravità e trovare nuovi orizzonti per il movimento.
Quali sono i limiti che un danzatore o un atleta possono superare? In quale momento l’orizzontalità diventa un pericolo? Outsider è una coreografia sospesa tra cielo e terra, virtuosa e poetica, elegante e spericolata, un affondo sulle dinamiche individuali e di gruppo; una pièce in cui la danza incontra le pratiche sportive estreme. Per dare vita allo spettacolo, il coreografo ha infatti coinvolto quattro highliner tra cui lo spericolato funambolo Nathan Paulin, noto per aver attraversato la Senna in equilibrio a settanta metri d’altezza su un cavo teso fra la Torre Eiffel e il Théâtre Chaillot e per altre memorabili imprese; non ultima la sua performance per la Giornata Mondiale dell’Olimpismo e per i 100 anni delle Olimpiadi di Chamonix e Parigi, quando il funambolo ha acceso la fiamma olimpica.
A dialogare con ballerini e acrobati è la musica di Julius Eastman, figura emblematica della scena newyorkese degli anni Settanta, tra i primi interpreti del minimalismo musicale, riscoperta e valorizzata negli ultimi anni.
Con i costumi di Gwladys Duthil e le luci iridescenti di Stéphane Graillot, “Outsider” è un invito ad abbandonarsi alla caduta, a quelle pulsazioni che guidano i movimenti collettivi degli interpreti, e li riuniscono in una folla immersa in un’atmosfera soffice e pittorica, in un intreccio di linee e funi.
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RACHID OURAMDANE scopre la danza all’età di dodici anni attraverso l’hip-hop. Segue corsi di classica e moderna, ma è solo all’inizio degli anni Novanta che decide di abbandonare gli studi in biologia per dedicarsi a tempo pieno alla sua passione. Entra quindi a far parte del Centre National de danse contemporaine di Angers prima di dare il via al suo percorso come coreografo. Le creazioni di Ouramdane sono spesso caratterizzate da testimonianze ed esperienze intime, ma anche da una poetica leggerezza in grado di rivolgersi a un pubblico di tutte le età. Il coreografo collabora con artisti di circo, autori, artisti visivi e musicisti. Dal 2021 è direttore del Chaillot – Théâtre national de la Danse di Parigi per il quale ha sviluppato un progetto ambizioso basato sui concetti di ospitalità e diversità. Al Romaeuropa Festival ha presentato “Sfumato” (2013) e “Möbius” con Compagnie XY (2021).
BALLET DU GRAND THÉÂTRE DE GENÈVE fondato nel 1962 come compagnia di danza permanente composta da ventidue artisti. Cifra della formazione è l’impegno, per ogni stagione, nella realizzazione di spettacoli coreografici originali. Da sempre in dialogo con coreografi di fama internazionale, il Balletto è attualmente diretto da Sidi Larbi Cherkaoui. Le prime dei suoi spettacoli hanno sempre luogo a Ginevra prima di essere presentate in lunghe tournée fuori dalla Svizzera: Francia, Italia, Stati Uniti, Russia, Australia, Cina, Brasile, Sudafrica e in molti altri Paesi. Nel 2023 il Ballet ha inaugurato il Romaeuropa Festival con “Ukiyo-e”, coreografia di Cherkaouoi.
JULIUS EASTMAN (1940-1990) è stato compositore, direttore d’orchestra, cantante, pianista e coreografo. Figura singolare della scena downtown newyorkese degli anni Settanta e Ottanta, spesso ingiustamente emarginata dalla storia della musica, ha partecipato, influenzato e vissuto appieno la stagione del minimalismo americano. Si è esibito al Lincoln Center con Pierre Boulez e la New York Philharmonic, con Morton Feldman, Peter Maxwell Davies e Meredith Monk di cui fu il primo vocalista maschile. Costruì, un profondo legame e una collaborazione con Arthur Russell, dirigendo quasi tutte le sue registrazioni orchestrali e partecipando alla registrazione di “24-24 Music” (1982), controversa composizione influenzata dalla musica Disco che includeva le hit dance underground “Go Bang!” e “In the Cornbelt” pezzi che mostravano l’eccentricità creativa di Eastman e la sua trasversalità. Sconfortato dalle difficili relazioni con la scena musicale, dipendente dalle droghe, Eastman morì da solo all’età di 49 anni al Millard Fillmore Hospital di Buffalo (New York) per un arresto cardiaco. Non fu data notizia della sua morte fino a quando non apparve un necrologio di Kyle Gann sul Village Voice, datato 22 gennaio 1991, otto mesi dopo la sua morte. Le poche partiture e registrazioni lasciate in eredità (complice un metodo di notazione fortemente aperto all’interpretazione), oltre che lo stigma sociale, contribuirono ad affievolire la sua memoria. A partire dal 2005 grazie al ritrovamento e alla pubblicazione di numerose registrazioni e manoscritti, l’attenzione alla sua musica e alla sua vita è gradualmente cresciuta ed è oggi eseguita in tutto il mondo con nuovi arrangiamenti e un forte interesse da parte di coreografi, studiosi, educatori e giornalisti. La musica di Eastman è stata definita dal New Yorker «selvaggia, grandiosa, delirante, come se un’incontenibile personalità si riversasse nel suono».
NATHAN PAULIN è un highliner, un funambolo moderno, nato nel 1994 e residente nel villaggio di Le Reposoir in Alta Savoia. Appassionato di montagna fin da piccolo, ha iniziato a praticare lo slacklining nel 2011. Trovando una vera pace interiore in questa attività, che combina un’intensa concentrazione e il controllo del corpo, è progredito rapidamente, fino a diventare uno dei migliori al mondo in questa disciplina. Ad oggi, detiene una decina di record mondiali, la sua traversata più lunga è stata una highline di 2.240 m sul Mont Saint-Michel nel maggio 2022. Per vari eventi e spettacoli, si è esibito su monumenti prestigiosi come la Torre Eiffel, La Défense, il Palais de Chaillot, il Pont du Gard e la Cattedrale di Rouen. Spingere i propri limiti sempre più in là è uno dei motivi per cui Nathan Paulin intraprende traversate sempre più lunghe. La ricerca di luoghi insoliti e dell’estetica di questi siti è oggi la sua principale fonte di motivazione. Lavora anche a spettacoli, in particolare con il coreografo Rachid Ouramdane, direttore del Théâtre national de la Danse di Chaillot. Si muove tra sport e arte in alcuni dei luoghi più belli del pianeta. Nathan Paulin pratica anche una serie di sport di montagna, tra cui parapendio, alpinismo, sci, ciclismo e trail running. La pratica quotidiana di questi sport nel suo ambiente domestico gli fornisce un equilibrio essenziale: una preparazione mentale e fisica che serve pienamente alla sua professione di funambolo.